La prima regola è che non possiamo parlarne, ma da 25 anni non facciamo altro.
“Sai cos’è una friggitrice ad aria?”
Inizia così il dialogo tra noi due in metropolitana.
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Tyler fa un cenno di assenso per farmi proseguire.
“Un fornetto.
Solo un piccolo fornetto ventilato del cazzo.
Perchè due come me e te sanno cos’è una friggitrice ad aria? È essenziale alla nostra sopravvivenza, per la nostra salute? No.
Allora cosa siamo?”
“Siamo Consumatori” risponde Tyler.
“Esatto, siamo consumatori del cazzo.
Siamo il criceto che fa girare la ruota di uno stile di vita che ci ossessiona.
Provano a venderti qualcosa da quando ti svegli a quando chiudi gli occhi.
La pubblicità che ti invita a spendere é in tv, sui social, nelle telefonate dei call center, per strada.
Persino sugli scontrini di qualcos’altro che hai appena comprato.
Quello che mi spaventa sono le pseudocelebrità sconosciute che piangono davanti a una videocamera sui social, i vip che fanno le recensioni dei prodotti, il nome di una cantante su un paio di mutande…”
-Perché due come me e te sanno cosa è una friggitrice ad aria?
-Perché siamo consumatori!
202X
Quella di sopra sarebbe la conversazione fra Jack e Tyler Durden se Fight Club venisse realizzato oggi.
Questa la versione originale:
Lo vedo una volta all’anno quel film.
È la mia personale Una poltrona per due.
Come un anziano aspetta il vaccino antinfluenzale o il Vescovo di Napoli aspetta che si sciolga il sangue di San Gennaro.
Puntuale come il Santo Natale o Ferragosto.
É lo stimolo zen che mi aiuta a mantenere il focus su ciò che conta per davvero e non attaccarmi al resto.
“Le cose che possiedi, alla fine ti possiedono”.
Questa frase era diventata la tagline del mio primo blog, all’inizio dei 2000, su Splinder.
Quando connettersi a internet aveva ancora il suono del PREEEE PROOOUUUUUUU DING DING del modelm 56K.
Nel frattempo il mantra “Tu non sei il tuo lavoro, tu non sei il tuo conto in banca, tu non sei speciale…” non solo non è invecchiato di mezzo secondo, ma é diventato il balsamo acre contro la retorica egomaniaca da ostentazione dei selfie.
Più attuale che mai.
La canticchiante e danzante merda del mondo
Ne sto parlando con Davide, che aggiunge:
“Idem.
Non per niente abbiamo la stessa età e la stessa formazione vecchio mio.
Quando guardo Fight Club sono serissimo, concentrato, attento.
Come una messa dove anche se si ripete la stessa litania che sai a memoria, sei tu che sei sempre diverso come essere vivente.
E ti devi necessariamente, continuamente, relazionare con la Verità per non perderti.”
Così distanti nelle nostre origini eppure così simili.
Generazione Xennials.
Scimmie spaziali.
Vabbè l’articolo è finito, spero di averti ricordato qualcosa e che tu lo possa condividere con quelli con cui parlavi di Fight Club (nonostante stessi violando le prime due regole).
O di averti incuriosito se per caso non hai visto (o letto) o non ricordi più un classico del Cinema contemporaneo, e in quel caso ti invito a ri/vederlo.
Se l’articolo ti è piaciuto, oltre a condividerlo, potresti leggere Milano Rabbia Armata (racconto animato da rabbia iconoclasta), Il segreto di Liberato (che parla di cinema) o 50 anni di Hip Hop (che parla degli anni 90, di cui Fight Club è una delle migliori rappresentazioni)